Friday, November 23, 2007

A tutto gas


Parrebbe che nella politica italiana ultimamente non si parli di altro che di simboli di partito. Prima l'ennesima berlusconata, che ancora non si capisce bene se sia stata un geniale colpo di teatro o una colossale zappata sulle gonadi. Poi Uòlter, che ha presentato il nuovo logo del PD. Infine, leggo oggi su Repubblica che Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Verdi e Sinistra Democratica (i quali non hanno ancora ben deciso cosa vogliano fare da grandi) hanno già iniziato a scontrarsi sul simbolo della nuova formazione politica unitaria, ancora prima degli stati generali previsti per il 9 Dicembre prossimo.

Nel mentre, il fatto più importante della settimana è ovviamente passato in sordina. A Mosca, Paolo Scaroni (amministratore delegato di Eni) e Alexej Miller (CEO di Gazprom) hanno firmato l'accordo per la costituzione della società paritetica South Stream, incaricata di progettare e costruire il gasdotto che dovrà attraversare trasversalmente il Mar Nero dalla stazione di compressione di Arhipo-Osipovka, in Russia, al porto di Varna, in Bulgaria. L'accordo fa seguito al memorandum di intesa siglato il 23 Giugno scorso a Roma, con la presenza di Scaroni, del numero due di Gazprom Aleksandr Medvedev, e del ministro per lo sviluppo economico Pier Luigi Bersani. Il nuovo progetto prosegue la cooperazione instaurata con Blue Stream, il gasdotto che si estende per 1213 km da Izobil'nyj, in Russia, a Samsun, in Turchia e che è stato inaugurato il 18 Novembre 2005 alla presenza di Putin, Berlusconi e Erdoğan.


Il riscaldamento delle case italiane è assicurato (compreso il fatto che io possa assurdamente continuare a girare per casa in maglietta), ma la notizia non è stata presa per niente bene a Londra, Parigi, Bruxelles e Washington, che, per motivi affatto diversi, temono una eccessiva dipendenza dei mercati energetici europei dalla Russia.
In settimana, un alto dirigente della compagnia turca Botaş si è affrettato a spiegare che l'azienda, pur non volendosi porre in contrasto con Gazprom, intende contribuire ad una maggiore competitività nel settore attraverso la diversificazione delle forniture. Per questo, Botaş punta sul progetto Nabucco, che nel 2012 dovrebbe collegare la Turchia all'Austria passando attraverso i Balcani, e il South Europe Gas Ring (ITG-IGI), che nel 2012 dovrebbe collegare la Turchia all'Italia passando attraverso la Grecia e il Canale di Otranto.


Non è ben chiaro se i fatti faranno seguito a cotanto ottimismo da parte turca. A parte il gasdotto Baku-Erzurum che trasporta il gas naturale estratto in Azerbaijan, il flusso in entrata nella rete turca è costituito in gran parte dal Blue Stream, e quindi è ancora sotto il controllo del colosso Gazprom, sulla cui rete continua a convergere gran parte della produzione di gas del bacino caspico, e in particolare del Turkmenistan.


Nel chiasso generale, infarcito di fatti efferati di cronaca nera, di porno-professoresse di lettere e delle trovate pseudo-securitarie di qualche amministratore locale, non mi risulta che alcun esponente politico o illustre giornalista si sia esposto per porre un quesito o esprimere un giudizio su questo argomento.
Dove ci approvvigioniamo di energia? Quanto ci costa? Esistono delle alternative praticabili? Ma non è forse politica anche questa, molto di più delle surreali sceneggiate mediatiche sul nulla espanso che ci vengono quotidianamente spacciate come "politica", contribuendo poi a un deleterio menefreghismo generalizzato?
Eppure le politiche energetiche incidono pesantemente sullo sviluppo economico generale, sulle politiche ambientali e, non ultimo, sulle relazioni internazionali. L'Italia, attraverso Eni, sta compiendo in questi ultimi anni delle scelte molto nette, peraltro mostrando una sostanziale continuità tra il governo Berlusconi e Prodi (e questa, si noti bene, non è automaticamente una critica al governo Prodi). Forse sarebbe il caso di discutere in maniera informata e consapevole su queste scelte strategiche.
O forse no. Visto l'imbarbarimento generale e l'incapacità montante di condurre un dibattito civile (ossia argomentare le proprie opinioni sulla base di fatti senza insultare o denigrare il proprio interlocutore e senza ricorrere ai più triti e ottusi armamentari ideologici), forse è meglio che alcuni oligarchi informati dei fatti possano decidere in silenzio per tutti, mentre l'orchestrina suona i soliti motivetti da circo equestre. E buonanotte a tutti quanti.
Al calduccio, naturalmente.

Per saperne di più:

Gas to Europe Map (dal sito della Energy Information Administration)

Gasproms große Pläne
(François Gremy)

As the First Tanker Leaves Ceyhan, the BTC Pipeline Expands Further Eastward
(Lili Di Puppo)

2 Comments:

Blogger BA'AL said...

però! per la serie, viva le argomentazioni..my compliments

Mon Nov 26, 12:48:00 PM UTC  
Blogger Skylark said...

Tra le argomentazioni più squisitamente particolari, si potrebbero aggiungere le assemblee di condominio dove gli astanti si lamentano di avere solo 21°C in casa. Improbabile che optino per il teleriscaldamento.

Tue Nov 27, 03:15:00 PM UTC  

Post a Comment

<< Home